6000 anni fa non si poteva certo sapere cosa fossero i batteri, nonostante questo gli antichi egizi avevano intuito le magiche proprietà di questo nobile metallo e lo utilizzavano nelle cisterne dell’acqua per ridurre le malattie dovute alla contaminazione. Così come, nel 1200 A.C. i fenici usavano l’argento nel trasporto del vino, dell’aceto e dell’acqua per mantenere inalterate le caratteristiche durante i lunghi viaggi. Plinio il Vecchio, scrittore, ammiraglio e naturalista dell’antica Roma ne descrive le proprietà curative per rimarginare le ferite. Anche gli Imperatori Cinesi usavano l’argento per prevenire malattie e via via la storia è piena di documenti che ne testimoniano e tramandano la conoscenza, fino ad arrivare al botanico Svizzero Karl Wilhelm von Nägeli che nel 1893 pubblica una ricerca dimostrando le proprietà antibatteriche dell’argento.
Una microscopica quantità d’argento in una soluzione ha una potente azione antimicrobica: gli ioni d’argento riescono a legarsi ed inibire la cellula del microbo senza effetti collaterali.
Soprattutto in America, la medicina dei primi del novecento prevedeva l’argento colloidale per moltissime malattie e infezioni. È il 1978 quando Jim Powell scrisse nella rivista Science Digest: Il nostro più potente germicida. Grazie ad illuminate ricerche, l’argento sta emergendo come una meraviglia della moderna medicina. Un antibiotico può eliminare forse una mezza dozzina di organismi nocivi , mentre l’argento ne uccide circa 650. Non si sviluppa resistenza. Inoltre l’argento è praticamente non tossico.”
La medicina moderna, la NASA, Naturopati e Omeopati, riconosciuta l’indiscussa proprietà, utilizzano l’argento nelle più svariate occasioni.